Un colore, mille sfumature: è tempo di ‘Ultra Violet’_Prima parte

Originalità e sguardo sognante rivolto al futuro. È ciò che intende comunicare una sfumatura di viola molto particolare: è l’Ultra Violet, che l’azienda leader dei colori Pantone indica come tendenza cromatica per questo 2018. Elisabetta Polignano ha saputo ancora una volta anticipare i tempi e infatti tra gli abiti delle sue Collezioni 2018 ne ha previsti alcuni che vogliamo presentarti…

Cominciamo da tre modelli della linea ‘EP – Elisabetta Polignano’, che esprime una femminilità elegante e sofisticata. Molto ricercati e strutturati, ricchi di dettagli e trasformabili, sono ideati per una donna intraprendente, decisa e determinata. Come ‘Sospiri’ (a destra nella foto), che è un abito ampio, in mikado di seta e caratterizzato dalla predominanza di murrine dipinte, omaggio della stilista all’arte sapiente degli artigiani veneziani, e da un morbido fiocco sul retro.

Si rivolge a una donna sognatrice e romantica anche ‘Foscari’ (al centro), prezioso, in tulle di seta ricamato, con motivi floreali e farfalle a rilievo. Presenta la particolarità della coda in mikado a forma di ali di farfalla. “Quando creo non lo faccio mai seduta a una scrivania, chiusa in una stanza: disegno a casa, l’ambiente più intimo e caro, in giardino, immersa nel verde e a contatto con la natura – ti ha rivelato Elisabetta Polignano –. È importante e bellissimo avere un momento che sia tutto tuo: tiri fuori la tua anima, ti scopri, ti metti a nudo”.

Come la stilista ti consiglia sempre, l’abito giusto è solo quello “in grado di vestire la personalità di ogni donna”. Chissà allora che non sia proprio il modello ‘Monda’ (a sinistra), quello che conquisterà il tuo cuore! In leggerissima organza di seta stampata, dalla scollatura dritta, una raffinata cintura in raso di seta e che nel retro rivela un gioco di spalline incrociate, rifinite e fermate da micro-fiocchi. L’Ultra Violet è un colore che vuole indurre anche alla meditazione, ha spiegato la stessa Pantone, “da praticare sempre più spesso, come un antidoto alla frenesia della quotidianità”.

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