Tra libri del cuore e preziosi origami
“Sognavo il mio matrimonio da quando ero una bambina”. Il desiderio di Francesca è diventato realtà il 6 settembre scorso, quando ha sposato il suo Gianluca. Alla cerimonia, raccolta e curata in ogni dettaglio, hanno preso parte gli affetti più cari. Il rito religioso è stato celebrato nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio a Baveno, nel Verbano, paese di origine della sposa.
Tutte donne a fare da testimoni: la sorella della sposa, la zia paterna di Gianluca, le migliori amiche di entrambi. “Abbiamo poi organizzato il ricevimento a ‘Villa Francesca’, all’interno dell’Hotel ‘La Palma’ di Stresa, dove mio marito lavora. Da sempre pensavamo di festeggiare il nostro matrimonio in una location elegante ma anche così familiare per noi”. Grigio perla e lilla, i colori dominanti. Tema della festa, l’amore per i libri: “Siamo entrambi due grandi lettori”, spiega lei, che ha anche realizzato a mano un libro porta-fedi e dedicato ai loro preferiti i nomi dei tavoli della sala. “Anche il tableau è stato realizzato da me, rivestendo una vecchia valigia di famiglia e scrivendo i nomi degli invitati sui cartoncini a mo’ di schedario di una biblioteca”.
Le partecipazioni sono state realizzate da una giovane grafica, amica di sua sorella. Per la stampa, invece, gli sposi si sono rivolti alla tipografia interna del carcere di Novara. “Abbiamo anche regalato a tutti gli invitati una confezione di biscotti realizzati da una cooperativa che favorisce il lavoro tra detenuti ed ex detenuti – racconta Francesca –. Sono volontaria in carcere e volevo che questo ‘pezzo’ di vita fosse presente anche nel mio giorno più bello”. Altra particolarità: tutti gli addobbi sono stati realizzati in carta, “per richiamare appunto il tema ‘libri’. Il tocco magico è stato uno dei miei due bouquet, in carta e interamente fatto a mano con tecnica origami ‘kusudama’, sui toni del lilla. Ho partecipato anch’io alla sua creazione e da solo ha richiesto tre mesi di lavoro! Questo lo conservo io mentre l’altro, realizzato con le rose inglesi, l’ho regalato a una mia amica in dolce attesa…”.
Sognando il suo giorno più bello da sempre, Francesca per la scelta del suo abito aveva già un’idea chiara: “Doveva essere semplice, elegante e raffinato. Volevo qualcosa che mi rispecchiasse e mi sono ritrovata nella filosofia di Elisabetta Polignano: ‘È l’abito che deve vestire la tua personalità’. Lei è stata una guida fidata, umile e molto disponibile e quando ho indossato il velo sono scoppiata a piangere… E ho capito che era lui!”. Bianco, in seta duchesse, bottoncini tondi sulla schiena, un fiocco sul fianco, un risvolto sul seno. Un aneddoto divertente: “Quel giorno eravamo così agitati che non abbiamo fissato bene il velo, che è caduto proprio dopo i saluti di rito a inizio cerimonia, davanti a tutti gli invitati! Abbiamo subito pensato: ‘Se lo sapesse Elisabetta…’”.