Tanti ‘sì’ per un matrimonio… Internazionale!

Tanti ‘sì’ per un matrimonio… Internazionale!

“Abbiamo celebrato il rito civile il 10 ottobre 2014 a Oslo, dove abitiamo. Il 17 maggio scorso abbiamo invece celebrato il rito religioso con una festa tradizionale in Ucraina, mio Paese d’origine. Infine, pochi giorni dopo, il 23 maggio, abbiamo festeggiato con amici e parenti a Orta San Giulio, luogo di provenienza di mio marito Enrico”. È un matrimonio ‘internazionale’ e all’insegna del legame con le proprie radici e con gli affetti più cari quello che ti racconta Marina, ancora emozionatissima…

“Per prima cosa abbiamo scelto il tema: l’amore, parola che ricorreva scritta in sette lingue diverse sul tableau e sui tavoli del ricevimento, che abbiamo voluto in un posto dall’atmosfera magica e romantica: l’Hotel ‘San Rocco’, con una bellissima e romantica vista sull’isola di San Giulio, posto speciale per noi”. Bianco il colore dominante, a simboleggiare la purezza del sentimento, e tocchi di verde, la vita. I preparativi hanno richiesto circa nove mesi: “Abbiamo voluto uno stile semplice ma che fosse elegante e delicato”.

Sempre a Orta è arrivata anche la proposta di matrimonio: “Enrico mi ha chiesto di sposarlo quando siamo venuti a trascorrere un fine settimana in Italia – svela Marina –. Dopo una cena romantica abbiamo fatto una passeggiata e ci siamo fermati nella piazzetta. Era sera tardi, ci siamo seduti su una panchina e c’era altra gente. Ha aspettato che rimanessimo soli e mi ha chiesto di sposarlo: è stato molto intimo e molto, molto bello”.

Per il suo giorno più importante, la sposa ha indossato un abito di Elisabetta Polignano: “Mi hanno parlato di lei alcune amiche ed ho apprezzato il suo lavoro guardando il suo sito. Quando sono andata all’appuntamento in Atelier, avevo un’idea chiara di quello che volevo ed ho scelto il mio vestito in 45 minuti! Elegante, semplice, romantico, color della neve. È stato il terzo che ho provato e l’ho riconosciuto perché era esattamente come lo immaginavo e mi faceva sentire bella”. Una morbida gonna di chiffon di seta, corpetto in pizzo, un velo “lungo e scenico”, lo descrive Marina. Che poi ha lasciato in Ucraina, è la sua mamma ora a custodirlo: “La nostra tradizione vuole infatti che resti alla madre della sposa”.

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