Sicura sia l’abito giusto? Viaggio tra gli atelier – Parte 1

Sicura sia l’abito giusto? Viaggio tra gli atelier  – Parte 1

Scegliere l’abito da sposa è senza dubbio il primo passo verso il tuo “giorno del sì”. Ma come essere sicura sia proprio quello fatto apposta per te? Quali gli errori più frequenti in cui si rischia di incorrere? Inizia da qui il nostro “viaggio” tra gli atelier più prestigiosi d’Italia, per raccogliere i consigli e svelare i segreti degli esperti . Cominciamo dal cuore di Bari, dall’atelierDue Emme” di Mino Minafra, esperto del Wedding da oltre quarant’anni.

“Bisogna innanzitutto essere bravi psicologi, per interpretare e capire ciascuna donna”, è il suo punto di partenza, perché “saper vestire una sposa è una dote, un fatto di sensibilità. L’errore madornale nella ricerca e nella scelta dell’abito è infatti quando non rispecchia la sua personalità”.

Non si definisce propriamente un venditore, Mino Minafra, perché “è necessario saper riportare ciascuna donna al proprio essere – spiega –. Sbagliare è facile e spesso la stravaganza porta a non essere sé stessi. La moda ormai offre tantissimo e questo comporta anche una certa facilità di cadere nell’errore”.

Come si fa quindi ad essere sicure di ricevere il consiglio giusto? L’esperto non ha dubbi: “Quando mi trovo davanti a ogni futura sposa, ogni volta cerco innanzitutto di interpretarne il pensiero, anche mettendolo in relazione con il parere di chi la accompagna. Non penso mai infatti di vestire ‘una sposa’ bensì di ‘vestirmi’, come voler entrare dentro di lei. Importante, poi, è che il consiglio non leda la sua suscettibilità. La scelta del colore, ad esempio, è un fattore molto soggettivo. La sposa, poi, per me non ha età, anche ora che si arriva al matrimonio sempre più tardi: io la prediligo infatti sempre verginale, candida, che ispiri giovinezza”.

In occasione della presentazione a Milano delle nuove Collezioni Sposa 2015 di Elisabetta Polignano, Mino Minafra ci ha spiegato anche il perché della sua scelta degli abiti della stilista: “È un’azienda ancora couturiere – racconta –, artigianale, attenta alla cura e al dettaglio, dove arte, lavoro e creatività sono in stretto connubio. Preferisco in particolare gli abiti più classici ma sempre caratterizzati dal tocco della freschezza. Elisabetta riesce inoltre a saper coniugare comunque anche gli abiti più trasgressivi alla classe”.

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