Primi passi verso il ‘sì’: il ricevimento, tra equilibrio e raffinatezza

Primi passi verso il ‘sì’: il ricevimento, tra equilibrio e raffinatezza

“Il troppo non è sinonimo di eleganza”. Alle prese con i preparativi del tuo giorno speciale, tenere a mente questa frase della wedding planner Silvia Pacitto ti sarà senz’altro prezioso e utile. Dopo la scelta del tema e dei fiori, siamo al tuo fianco per un altro passo importante: l’organizzazione del ricevimento.

Primo consiglio, quindi, è quello di “non strafare: attenzione a non rendere il matrimonio ‘troppo’ perché ti piace tutto”, avverte Silvia. Per una tavola raffinata, prediligi la semplicità e un gusto mai eccessivo: “Tovaglie sempre bianche o color avorio – suggerisce –. Si possono anche abbinare nastri di raso come legatovagliolo ma sempre seguendo un colore base, in nuance con quello dei fiori dell’addobbo oppure sempre nei classici bianco e avorio”. Non sono consigliati segnaposto se gli ospiti sono numerosi: “Bisogna infatti sempre pensare che ci saranno, oltre alla normale mise en place, anche il piattino per il pane e le bottiglie”, spiega.

Per quanto riguarda il tableau mariage, “risolve molti piccoli problemi: ognuno siederà al tavolo designato”. Vicino a quello degli sposi vanno riservati quelli dei rispettivi genitori, dei testimoni e degli amici più stretti. “Se non è previsto un pranzo o una cena placée – aggiunge ancora Silvia – , si può anche pensare di non fare il tableau, l’importante è assicurarsi che ci siano posti in più per far accomodare gli ospiti: è quasi inevitabile che rimangano libere alcune sedute e sarebbe spiacevole per alcuni invitati non potersi sedere vicino agli amici…”.

Nel caso invece in cui preferisci per la sala un tavolo imperiale, Silvia ti consiglia di optare per “dei segnaposto sobri, se il numero degli ospiti è ristretto, e con il nome scritto a mano”, se hai una bella calligrafia. Altrimenti potrai sempre “riportare la piantina del tavolo su un tableau, con la disposizione degli ospiti in aggiunta al segnaposto”.

(Foto di Michele Dell’Utri, per gentile concessione di Silvia Pacitto)

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