Le creazioni di Elisabetta Polignano: un atto d’amore per il made in Italy
Pensando alla scelta dell’abito per il tuo giorno più importante, quali sono i dettagli fondamentali a cui prestare attenzione? “Il vero made in Italy è sinonimo di alta qualità, artigianalità, creatività, fantasia, professionalità e profondo rispetto del lavoro, proprio e altrui”. Così Elisabetta Polignano parla di uno dei capisaldi del suo lavoro, uno dei tratti distintivi che identifica da sempre le sue creazioni, un valore per lei assolutamente irrinunciabile…
È quanto salta subito agli occhi scoprendo le sue creazioni, toccandole con mano, incontrandola e venendo accolta nel suo Atelier. “L’eccellente qualità è sicuramente tra le caratteristiche essenziali che contraddistinguono un capo realizzato interamente in Italia. Penso poi allo stile, alla ricerca dei materiali, al design, alla creatività e alla grande cura dei particolari e delle finiture”, aggiunge la stilista.
La scelta di tessuti di prima qualità è perciò fondamentale. “Quando un abito viene realizzato su misura – spiega Elisabetta – è curato fin nei minimi dettagli ed ha una propria tracciabilità: si sa da dove arriva la materia prima, com’è realizzato. La qualità delle materie prime italiane, il design e la confezione dell’abito fanno senza ombra di dubbio la differenza. I miei abiti sono tutti, interamente, realizzati a mano, ogni cucitura è fissata e rifinita. Un tessuto pregiato lo senti già al tatto, lo riconosci subito: ti si avvolge addosso, segue le linee e le forme del corpo”.
Con i materiali sintetici o di bassa qualità, invece, accade esattamente il contrario: si elettrizzano, sono più statici, non seguono il corpo, sono loro che ‘comandano’, non c’è sartorialità. “Noi professionisti italiani abbiamo creatività, sappiamo avere grandi idee e renderle anche reali – sottolinea Elisabetta Polignano –. Trovo sia importantissimo farsi promotori di un vero e proprio movimento che riporti l’Italia al ruolo e all’apice che le spetta, in questo senso. Perciò oggi è sempre più importante riuscire a fare sistema”.
Leggi anche la prima parte dell’intervista alla Stilista