L’amore, un’impronta di memoria
Una villa di campagna ottocentesca, immersa in un vasto parco che offre uno splendido affaccio sulla città di Torino e sulle vette dell’arco alpino. È in questo scenario romanticissimo e incantevole che Greta e Marco hanno accolto i loro invitati sul far della sera, il 3 settembre scorso, dopo essersi detti per sempre ‘sì’.
“Ero stata sette anni fa ad un altro ricevimento a ‘Vigna Chignet’ e mi ha subito conquistata. Ricordo di aver preso un biglietto da visita sperando che prima o poi potesse essermi utile: a quel tempo io e Marco uscivamo da poco insieme”, svela Greta. Molto suggestivo anche il luogo scelto dagli sposi per la cerimonia religiosa, il Santuario della Madonna dei Laghi, costruito sul bordo di uno dei due laghi di Avigliana. A fare da testimoni, il fratello della sposa e la sorella dello sposo.
“La proposta di nozze è arrivata nel novembre 2015 e con calma ho cominciato ad organizzare tutto – racconta Greta – , senza fretta: avevamo davanti il tempo necessario e mi sono anche divertita un mondo!”. Bianco e avorio, i colori dominanti degli addobbi, dai fiori, ai nastri, alla preparazione dei tavoli. “Volevamo un matrimonio semplice ma raffinato”. Per gli allestimenti in chiesa e in villa, cesti di vimini di grandezze diverse riccamente decorati con ortensie bianche e gipsofila, vasi di vetro e candele bianche galleggianti. “Il tableau l’ho preparato io – aggiunge –: un grande foglio avorio, che abbiamo esposto su un cavalletto da pittore, su cui ho dipinto un fiore per ogni tavolo e scritto a china i nomi”.
Per il suo giorno più bello, Greta ha scelto una creazione di Elisabetta Polignano: “Adoro gli abiti scultura. Desideravo che il mio fosse classico ma anche sorprendente allo stesso tempo ed è stato proprio così. Bianco, di un’eleganza senza tempo – lo descrive –, rigoroso davanti, con uno scollo a barca, una fascia a cingere la vita e un fiocco voluminoso dietro. Mi ha stregata: mi faceva sentire davvero bella, una sposa vera!”. Dopo cena, per i balli, ha rimosso lo strascico importante. Tra i momenti più emozionanti di quella giornata, quello in cui una sua cara amica ha letto una poesia di Emily Dickinson, ‘L’acqua è insegnata dalla sete’. “La amo molto, perché fa capire che siamo quello che siamo perché ne abbiamo vissute tante e tutto ha contribuito a farci crescere e rendere le persone di oggi”.